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VISITA IN 3D
Clicca qui per accedere al sito dell'Accademia di Belle Arti Santagiulia di Brescia, dove è caricato il tour virtuale in 3D dell'area del convento. Una volta caricata la pagina, doppio clic sulla sezione "Beni Culturali", e poi doppio clic sulla sezione "Isola SAN FRANCESCO".
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PRIMO CHIOSTRO
La scritta sopra la porta d’ingresso, ci immette nel clima più opportuno per gustare piacevolmente la visita al luogo. Appena entrati nel chiostro, si è accolti dal Crocifisso ligneo del secolo XV, dal volto sofferente ma sereno di Colui che si offre per amore. Il primo chiostro risale al sec. XIII.Clicca qui per continuare...
La pavimentazione antica in altinelle è a 45/50 cm di profondità, ben conservata sui quattro lati. Originariamente il tetto era sostenuto da colonnine binate. Demolito durante la soppressione napoleonica, il chiostro venne rifatto dopo il ritorno dei frati nella seconda metà del XIX secolo. Il pozzo al centro, della prima metà del sec. XV, è detto di san Bernardino perché il Santo senese con un segno della croce ne avrebbe reso nuovamente potabile l’acqua che era stata inquinata da una falda salmastra e avrebbe fatto costruire una cisterna. I due edifici prospicienti sul lato destro e sul lato sinistro (per chi guarda dall’ingresso del convento) vennero costruiti, rispettivamente, nella seconda metà del ‘400 e del ‘200. L’edificio di destra era adibito a foresteria, ora dimora dei frati, quello di sinistra corrisponde all’antica ala del convento, radicalmente ristrutturata nella prima metà del ‘400 con munificenza di Frangola Giustinian, nobile veneziana; il portale gotico è trecentesco e immetteva nella stanza del Capitolo, ora adibita a sacrestia. Sulla parete verso la chiesa si può vedere un antico stemma francescano, con il braccio del Cristo in croce e il braccio di Francesco stimmatizzato.
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SECONDO CHIOSTRO
Il secondo chiostro è della seconda metà del ‘400, opera di fra Nicolò Erizzo, che resse il convento dal 1452 al 1460. Ospita al piano terra il refettorio e le sale per i vari servizi della Fraternità, al primo piano la biblioteca e le celle dei frati. Il puteale è gotico fiorito.Clicca qui per continuare...
Il motivo decorativo a punta di diamante, presente anche in chiesa nei capitelli dell’arco di trionfo e nel cornicione alla base della cupola, è importante perché documenta la contestualità d’ispirazione, se non di esecuzione.
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CHIESA DI SAN FRANCESCO
Sembra che la chiesa primitiva dedicata a san Francesco sia stata fatta costruire da sant’Antonio di Padova nel 1228 (anno della canonizzazione di san Francesco); era situata tra l’Oratorio e il campanile, ossia occupava lo spazio dell’attuale presbiterio.Clicca qui per continuare...
Di essa rimangono i due muri laterali con l’imposta dell’architrave del tetto, il basamento dell’altare in altinelle e alcuni corsi della parete di fondo, pure in altinelle. La chiesa, a una navata con tetto a capriata scoperta, fu costruita nel 1401 su munificenza di Frangola Giustinian. Ingloba, nel sottosuolo, i resti della chiesa duecentesca, a sua volta costruita su un edificio a due vani. I reperti duecenteschi sono parzialmente visibili attraverso le apposite grate. L’assetto architettonico del presbiterio è della seconda metà del ‘400: arco trionfale, abside e cupola (quest’ultime demolite quasi del tutto nel ‘600 e ripristinate nel 1961-1963). Nel 1609, abbattuta la parte superiore della facciata e allungato il tetto di una capriata, si ottennero all’interno il coro pensile dei frati e all’esterno il porticato. Nel 1629, (risultato inidoneo il coro pensile, demolite quasi interamente l’abside e la cupola), fu eretto un secondo coro sul retro del presbiterio. La chiesa è dedicata a san Francesco stimmatizzato; dal 1989 è Santuario Francescano.
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CAPPELLA DELLA MADONNA
La Cappella della Madonna fu eretta nella seconda metà del ‘400 sui resti di un’antica piccola chiesa (probabilmente chiesa padronale) che preesisteva, insieme con la torre campanaria, alla venuta dei francescani. La cappella terminava con una parete rettilinea... Clicca qui per continuare...
(alcuni reperti sono visibili a 67 cm di profondità tramite apposite grate). Alla fine del ‘400 o inizio del ‘500 il presbiterio, demolita la parete di fondo, venne completamente ridisegnato: abside, cupola, arco trionfale e fregi marmorei sono lombardeschi.
In questa Cappella, nel 1936, lo scultore frate Claudio Granzotto, ora beato, emise la professione religiosa, entrando nell’Ordine dei Frati Minori.
La statua della “Mater purissima”, del 1962, è opera di Remigio Barbaro, e rappresenta la madre di Cristo con l’abito tradizionale di Burano. La lampada votiva presente nella Cappella, progettata e realizzata dall'architetto Guido Muneratto con la collaborazione di Padre Angelo Polesello e dello scultore Lucio Zatti, è stata inaugurata nel 1989.
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ORATORIO DI SAN FRANCESCO
L’abitacolo, antecedente alla costruzione della Chiesa, è detto da sempre “Oratorio di san Francesco” perché legato in qualche modo alla memoria del Santo; una scritta ci ricorda che questo è il luogo nel quale pregò il serafico Francesco: “Hic est locus ubi oravit seraphicus pater Franciscus”. Clicca qui per continuare...
Sulla parete a sinistra dell’ingresso, nel 1963 è stata posta la stele che fino al 1499 separava l’Oratorio dalla navata della chiesa e poi era stata utilizzata come pietra tombale nella sala Capitolare. La finestrella dell'oratorio riporta una vetrata artistica opera di Fulvio Pendini.
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CAPPELLA DI SAN BERNARDINO
Fatta costruire dalla famiglia Lando in onore del santo senese nella seconda metà del ‘400, la Cappella di san Bernardino fu in seguito donata dagli eredi ai frati. Una grande tela del secolo XVII ritrae san Francesco con sant’Antonio e san Bernardino. Clicca qui per continuare...
Domina sopra l’altare il grande crocifisso ligneo del tardo cinquecento. In disparte, si vede una porzione di tronco.
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CAPPELLA DEL VENERABILE PADRE BERNARDINO DA PORTOGRUARO
Costruita nel XIX secolo e dedicata al S. Cuore, è detta Cappella di padre Bernardino perché vi si trova la tomba del frate da Portogruaro. Ebbe il merito di aiutare l’Ordine francescano... Clicca qui per continuare...
a rifiorire dopo la soppressione napoleonica e - per quanto ci riguarda - di ricondurre i frati sull’isola (1858) e promuovere i lavori di restauro del convento. Nella stessa Cappella, vi è la tomba di P. Pacifico Monza.
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ANTICA SACRESTIA
Il vano tra la chiesa e l’attuale sacrestia, fin dal secolo XIII fu adibito a sacrestia. Dell’utilizzo originario, è superstite l’antico lavello con la finestrella. La pavimentazione duecentesca è a 80 cm circa di profondità. La finestrella venne chiusa e la condotta del lavello otturata quando,... Clicca qui per continuare...
canonizzato san Francesco nel 1228, nel terreno antistante - compreso tra questo vano e l’oratorio del Santo - fu eretta la chiesetta in suo onore (attuale presbiterio della chiesa). Due tele del 1922, opera di frate Leone Bracaloni, ricordano l’arrivo di san Francesco con un suo compagno sull’isola e il miracolo degli uccelli.
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ANTICA CISTERNA
Sulla destra dell’antica sacrestia, una porta vetrata con artistici medaglioni in bronzo del 1981, opera di Ettore Calvelli, raffiguranti il Cantico delle Creature e Santi, immette nell’ambiente di un’antica cisterna d’acqua, ritenuta reperto archeologico di grande interesse.
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REFETTORIO
La sistemazione attuale del refettorio del Convento risale alla metà del secolo XX. Il pulpito è opera di frate Crescenzio Scarpetta (1834-1876). Recenti scavi hanno confermato l’antichità del sito. Il pavimento originale (a meno cm 45) è in altinelle piccole a spina di pesce.
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CORO
L’edificio, costruito negli anni 1961-1965 su progettazione dell’architetto Camillo Bianchi per la preghiera dei frati, sostituisce quello cilindrico eretto nel 1923, che a sua volta aveva sostituito il coro seicentesco. E’ una costruzione moderna in mattoni, cemento, acciaio e legno; Clicca qui per continuare...
unisce armonicamente linee verticali con linee orizzontali, permettendo ai raggi del sole nascente di penetrare proprio attraverso il grande Tau che si apre sulla parete oltre l’altare.
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ITINERARIO ESTERNO
Sul retro della chiesa sono evidenziati i reperti architettonici che si sono sovrapposti lungo i secoli: base e parte inferiore dell’abside del ‘400; parete esterna quattrocentesca di chiusura dell’oratorio di san Francesco; abside (fine ‘400 - inizio ‘500) della cappella della Madonna: Clicca qui per continuare...
non ha fondamenta proprie ma poggia sui resti absidali della piccola chiesa padronale preesistente alla venuta dei frati sull’isola. Sono visibili i tracciati perimetrali del coro seicentesco e del coro cilindrico del 1923.
All’inizio del viale si incontra un Presepio intagliato su 3 “bricole”, opera di Jsepo Baron. Ci ricorda quanto accadde a Greccio in una notte di Natale. Il percorso si snoda poi attraverso alberi e prati a testimoniare l’amore di san Francesco per il creato, espresso nel suo Cantico delle Creature. Nel parco si possono ammirare una grande statua di san Francesco e 10 pannelli in terracotta (vedi alcuni di essi) raffiguranti il Cantico delle Creature, opera e dono dell’Accademia delle Belle Arti di Brescia “Santagiulia”. Sul lato verso Burano, il viale coincide con il contrafforte eretto durante la soppressione napoleonica dalle truppe che occupavano l’isola: si tratta di un terrapieno addossato alla mura quattrocentesca che circondava l’isola ed è tuttora perfettamente conservata in profondità.